giovedì 30 novembre 2017

I cristiani e gli animali. Le storie. I

San Giovanni Bosco ed il Grigio

Nella storia bimillenaria del Cristianesimo non è raro incontrare animali che, oltre ad essere dono prezioso del buon Dio perché utili nelle più svariate attività umane e mezzo di sostentamento, si fanno veri e propri strumenti della Sua volontà  e protettori dei Suoi servi.

Data la mia innata propensione per le creature non umane pensate, volute ed amate dal Creatore, ho pensato di condividere con voi alcune delle storie, più o meno note, che le vedono coprotagoniste e che sono al limite dell'incredibile, non fosse per lo "zampino" di Colui che vi si cela dietro.



Eccovi la prima, dal sapore delicato della favola, raccontata per bocca di San Giovanni Bosco stesso, che durante la sua vita fu oggetto di svariati assalti ed il cui Angelo custode ha forse deciso di prendere le sembianze di un lupo grigio dall'aspetto severo.


Dal momento che circolavano molte voci, racconti che sfioravano il fantastico circa il Grigio, il misterioso cane lupo che appariva e spariva senza che nessuno avesse mai capito da dove venisse e dove andasse durante i suoi eclissamenti, don  Bosco decise di fugare dicerie e leggende varie raccontando direttamente ai suoi ciò che corrispondeva a realtà riguardo ad esso.

" Il Grigio fu argomento di molte conversazioni ed ipotesi varie. Molti di voi lo han visto ed anche accarezzato. Lasciando da parte le storie straordinarie che di lui si raccontano, vi esporrò la pura verità.

A causa di frequenti attentati di cui ero bersaglio, fui consigliato di non andare in giro da solo quando andavo in città o tornavo indietro.
In un pomeriggio buio, tornavo a casa con una certa paura, quando vidi al mio fianco un enorme cane che a prima vista mi impaurì; siccome però mi faceva festa come se io fossi il suo padrone, avemmo da subito una buona relazione e lui mi accompagnò fino all'Oratorio.
Ciò che accadde quel pomeriggio si ripeté molte volte, di modo che io posso ben dire che il Grigio mi prestò importanti servizi.


Ve ne racconto alcuni.


A fine novembre del 1854, in un pomeriggio scuro e piovoso, tornavo dalla città per la via della Donsolata.
Ad un certo punto, notai due uomini che camminavano a poca distanza davanti a me. Acceleravano o diminuivano il passo ogni volta che io acceleravo o diminuivo il mio. Quando, per non incontrarmi con loro, tentai di passare dal lato opposto, essi, con grande abilità, si collocarono davanti a me. Volli girare sui miei passi, ma non ci fu tempo: facendo due salti indietro, mi gettarono una mantello sulla testa. Uno di loro riuscì ad imbavagliarmi con un fazzoletto. Volevo gridare, ma

non lo potevo fare. In quel preciso momento apparve il Grigio. Ringhiando come un orso, si lanciò
con le zampe contro il viso di uno, con la bocca spalancata contro l'altro, in maniera che conveniva loro di più avvolgere il cane che me.
"Chiama il cane!", gridavano spaventati.
"Lo chiamo, sì, ma lasciate i passanti in pace"
"Chiamalo subito!"
Il Grigio continuava a ringhiare come un orso inferocito. essi ripresero il loro cammino ed il Grigio, sempre al mio lato, mi accompagnò. Feci ritorno all'Oratorio, ben scortato da lui.


Nelle notti in cui nessuno mi accompagnava, non appena passavo le ultime case, vedevo spuntare il Grigio da qualche lato della strada.


Molte volte i giovani dell'Oratorio lo videro entrare nel cortile. Alcuni volevano batterlo, altri tirargli pietre. "Non lo molestate: è il cane di don Bosco!", diceva loro Giuseppe. Allora tutti si misero ad accarezzarlo ed a seguirlo fino al refettorio, dove io stavo cenando con alcuni chierici, padri e mia madre. Davanti a tanta inaspettata visita, rimasero tutti intimoriti. "Non abbiate paura, è il mio Grigio, lasciate che venga", dissi io. Facendo un gran giro attorno al tavolo, venne accanto a me, facendomi festa. Anch'io lo accarezzai e gli offrii zuppa, pane e carne, ma lui rifiutò. Anzi: neppure annusò il cibo. Continuando allora a dare segnali di soddisfazione, appoggiò la testa sulle mie ginocchia, come volesse parlarmi o darmi la buonanotte; in seguito, con grande entusiasmo ed allegria, i bambini lo accompagnarono fuori.


L'ultima volta che vidi il Grigio fu nel 1866, quando andavo da Murialdo a Mancucco, a casa di Luigi Moglia, un mio amico. Il parroco di Buttigliera volle accompagnarmi per un tratto di strada e ciò fece sì che il buio mi sorprese nel mezzo del cammino. "Oh, se avessi qui il mio Grigio, che buona cosa sarebbe!", pensai. In quel momento il Grigio giunse correndo nella mia direzione, con grandi manifestazioni di allegria e mi accompagnò per il tratto di strada che ancora dovevo percorrere, circa tre chilometri.
Giunto a casa dell'amico, conversai con tutta la famiglia ed andammo a cenare, rimanendo il mio compagno a riposare in un angolo della sala. Terminato il pasto, l'amico mi disse: "Andiamo a dare da mangiare al tuo cane". E, prendendo un pò di cibo, lo portò al Grigio, ma non riuscì a trovarlo, malgrado avesse guardato bene in tutti gli angoli della sala e della casa. Tutti rimanemmo stupiti, perché nessuna porta, nessuna finestra era aperta ed i cani della casa non avevano dato nessun allarme. Cercammo il Grigio persino nelle camere di spora, ma nessuno lo trovò.

Fu questa l'ultima notizia che ebbi di lui. Mai più seppe del suo padrone.

So solo che questo animale fu per me una vera provvidenza nei molti pericoli in cui mi vidi coinvolto.

Per concludere, riporto un altro aneddoto degno di nota, che non è riportato direttamente dal Santo, ma che trova riscontro attraverso numerosi altri testimoni:

Una notte don Bosco doveva uscire.
 La madre, Margherita, voleva dissuaderlo dal farlo, poichè giudicava la situazione alquanto pericolosa, ma egli la tranquillizzò e, preso il cappello, si accinse ad andare fuori, accompagnato da alcuni ragazzini dell'Oratorio.

Giunti davanti al portone, trovarono il Grigio steso per terra. Disse allora il sacerdote: "Oh, tanto meglio, saremo ben accompagnati! Alzati, Grigio, vieni con noi!". Ma il cane, invece di ubbidire, stranamente ringhiò e non si mosse. Uno dei ragazzi, allora, gli diede un calcio col piede per vedere se riusciva a farlo alzare, ma  lui, cosa ancor più singolare nei confronti di un bambino, digrignò i denti minacciosamente. Margherita, che aveva assistito alla scena, disse: "Non hai voluto ascoltare me, dai retta almeno al  cane: non vedi che non vuole che tu esca?" Insospettito anch'egli dal comportamento così strano del Grigio, rinunciò ad uscire e rientrò in casa. Poco dopo, arrivò un vicino per avvertirlo che non uscisse, in quanto sapeva per certo che c'erano nei paraggi quattro individui armati decisi ad ucciderlo. Il fatto fu confermato anche da altre persone degne di fede.




Pittura che ritrae don Bosco, la madre margherita ed il Grigio, Casa madre dei Salesiani, Torino

3 commenti:

  1. post interessante che da una biografia mette in evidenza una vicenda che i più non conoscono.

    la quotidianità dei cristiani è tante volte vicina agli animali e al creato, con un senso del rispetto e del sacro che è da scoprire.

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  2. certo, poi amare il creato non è idolatrare il creato, o mettere le crature al posto del Creatore. Come certe deformazioni odierne fanno.

    amare gli animali e il creato in maniera cristiana non è nemmeno proiettare immagini animali finanziate dalla Banca Mondiale sulla facciata di S. Pietro.....

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    1. Est modus in rebus, dicevano già prima di Cristo, i nostri patres... Ma il buon senso pare sia uno dei grandi assenti delle nostre squinternate latitudini. E tra poco è di nuovo l'8 dicembre... Spero di cuore che qualcuno non elucubri altre simpatiche e moderne novità per salutare l'Immacolata.

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