mercoledì 14 dicembre 2016

Sangue cristiano d' Avvento


Avvento, tempo dell'attesa per definizione.
Anno zero. Un prima ed un dopo. Il Verbo, per dirla con le parole dell'evangelista Giovanni, si fa carne e  rinnova la creazione. Pienezza dei tempi, centro e culmine di tutta la Storia. La Luce del mondo, la Via, la Verità e la Vita, il Salvatore, il Dio con noi.
Questo hanno in animo i cristiani in questi giorni, e questo si preparano ad accogliere, per volontà e sovrabbondante amore del Padre, come da oltre duemila anni.

Domenica 11 dicembre, festa di Mawlid al Nabi, ricorrenza della nascita di Maometto.
 Egitto, il Cairo, quartiere Al Abasiya. La chiesa dei Santi Pietro e Paolo, facente parte della cattedrale copta di San Paolo e sede di Teodoro II°, centodiciottesimo patriarca di Alessandria, è colma di fedeli, uomini, donne, anziani, bambini. Cristiani in preghiera in terra islamica.
Tra loro, dodici chili di tritolo posti non a caso tra le panche riservate a donne e bambini, programmati per esplodere durante la Liturgia. La conta cui oramai siamo tutti un pò assuefatti riferisce di 25 morti, di cui 6 bambini, e 35 feriti. Sangue cristiano, ancora e ancora e ancora, in terra e per mano islamica.
L'imam Ahmed al Tayeb, dell'università al Azhar e massima autorità religiosa sunnita egiziana prontamente condanna, il presidente- generale Abdel  Fattah al Sisi lo segue a ruota e promette sicurezza, protezione & c. Molti cristiani copti, che costituiscono il 10% circa di tutta la popolazione egiziana, protestano davanti alla cattedrale e lamentano la poca tutela di cui sono fatti oggetto. Accusano direttamente al Sisi, che avevano comprensibilmente salutato ed appoggiato con favore dopo il colpo di stato del luglio 2013 che ha sortito la deposizione di Mohamed Morsi, esponente dei "Fratelli musulmani". Discrepanza tra parole e realtà in terra islamica.
La notizia della strage rimbalza in Europa e giunge in Vaticano, da dove provengono doverose e pietose preghiere per le vittime, scontata condanna per la violenza sui generis ed attestazioni di umano, umanissimo cordoglio. Ovviamente, e non mi aspettavo nulla di diverso, nessun aggettivo, nessuna indicazione caratterizzante l'esecrabile quanto non meglio definita violenza. Ipocrisia, cerchiobottismo e cinismo in terra ex cristiana.


Un'immagine della cattedrale di San Paolo dopo l'esplosione


Dicevamo: tempo di Avvento.
Il Verbo si fa carne e si chiamerà Gesù, il Cristo. L' Agnello di Dio, ucciso 33 anni dopo, morto, quasi completamente abbandonato, su una croce per riscattarci tutti, fino alla fine dei giorni. Gesù che dirà a Pietro di riporre la spada nel fodero la notte in cui suda sangue e viene arrestato, che mai ha lordato la sua santa mano con una sola goccia di sangue, innocente o colpevole che fosse, che esorta i suoi discepoli ad amare ed a pregare per i nemici.
Mawlid al Nabi.
 Maometto il mercante, divenuto il profeta, tra le tante attività, quando lo ritiene opportuno, non si esimia dal massacrare, decapitare, uccidere e fare uccidere, vendere donne e bambini come schiavi. Maometto il profeta, il guerriero, il condottiero, il conquistatore, muore in veneranda età, lasciando nove vedove.
Ecco, qui il cuore della questione. Tutto nasce ed origina da questa irriducibile distanza ed incommensurabilità, che salta agli occhi chiara ed evidente, cristallina e lapidaria, ed a prescindere dal fatto che Gesù è Dio e Maometto un uomo.

Davanti all'ennesimo sangue dei fratelli in Cristo versato per mano islamica non si può più tollerare in silenzio lo stillicidio della mistificazione, della sofisticazione e della contraffazione strumentale che vuole ogni religione avere le sue brave sacche di estremisti tutti più o meno simili, affratellati dal fondamentalismo fanatico che li rende, se non zuppa, pan bagnato. E' lo stesso incredibile quanto insostenibile filone di ragionamento secondo il quale il battezzato x che uccide la suocera è circa quasi più o meno assimilabile ad uno jihadista che, in osservanza a dettami coranici, sgozza infedeli e giustizia apostati.

Che pastore è mai quello che accusa le sue pecore già aggredite e trucidate di essere in fondo in fondo come il lupo che le vuole divorare? Quanto ancora dovremo sopportare certe abominevoli menzogne, pesanti come macigni, oscene come bestemmie che gridano giustizia e furore al cielo? Per quanto tempo ancora, Padre Nostro, ci dovremo pascere di questo frutto così amaro del nostro allontanamento da te?
 " Ecco, verranno i giorni, dice il Signore Dio, in cui manderò la fame nel paese, non fame di pane nè sete di acqua, ma di ascoltare la parola del Signore" (AM 8,11).

Possiate riposare nella pace e nella gloria di Nostro Signore Gesù  Cristo, nuovi martiri d' Egitto.
Voi che li piangete, che la Santa Vergine Madre di Dio vi doni conforto e ristoro.
 Amen.

3 commenti:

  1. Queste tragedie non si contano più, ormai.

    In aggiunta:

    "Che pastore è mai quello che accusa le sue pecore già aggredite e trucidate di essere in fondo in fondo come il lupo che le vuole divorare?"

    no comment
    guarda, è meglio....

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  2. ma non era la "religionedamorepacetolleranza"?

    cfr. ancora in questi giorni, continua la grande mistificazione:

    http://www.bolognatoday.it/cronaca/arcivescovo-zuppi-moschea-islam-scuole.html

    nuovo:

    http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/moschea-bologna-1.2755133

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    1. Eccola lì, la caramellina del sabato!
      Però, al netto del suicidio folle cui stiamo stupidamente andando incontro, un sassolino vorrei togliermelo:i vescovi non si scelgono, ma i sindaci sì. Non era un mistero per nessun bolognese che il multi tutto Merolone aveva già in animo la costruzione di una moschea, eppure la maggioranza dei bravi, tolleranti, aperti, solidali ed accoglienti petroniani gli ha prolungato di ulteriori 5 anni proprio lo scorso giugno la possibilità di fare tutto ciò e chissà cos'altro di quanto uscirà dal geniale e creativo cilindro delle res novae. Ci si cominci pertanto ad assumere uno straccio di responsabilità. I nostri vecchi la piantino di sospirare sulle passate glorie del Partito e pensino al futuro dei loro figli e nipoti; i moderati (?) si rendano conto che il comodo grigio, in certi frangenti storici, equivale al collaborazionismo; le varie declinazioni di Kompagni e Kompagne si figurino la fine che faranno i loro sbandierati diritti; i pastori di ogni ordine e grado si ricordino che presto o tardi a Qualcuno dovranno pur rendere conto. Utopia, lo so, ma la speranza in fondo è una virtù teologale, no?
      Ab omnibus malis, libera nos, Domine.

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